L’ora delle streghe
Vittoria Elena Papa Vittoria Elena Papa

L’ora delle streghe

A quest’ora Roma riposa quieta: le luci artificiali delle strade e delle insegne sembrano una distesa di lucciole appoggiate su un bellissimo manto di macerie levigato dai secoli. Persino Trastevere, piccolo demone urbano, ha messo a tacere i suoi tumulti tribali. Del traffico, delle urla dei cittadini, delle bestemmie urlate contro i denti bianchissimi del colonnato del Vaticano, ormai non sono rimasti che i fantasmi.

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Katrina
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Katrina

Guardami. Lasciati guardare. Dio quanto sei bella. Guarda come sorridi, guarda il modo impreciso con cui le tue labbra si arrampicano verso la guancia sinistra e si tuffano in quella singola fossetta dimenticata lì come un’arma, solo per uccidermi. Vuoi uccidermi?

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Afasia
Vittoria Elena Papa Vittoria Elena Papa

Afasia

Caro papà, da quando ti ho salutato, ho continuato a pensare allo strano ruolo che hanno avuto le parole nella nostra storia. Al modo in cui non abbiamo mai capito come incastrarle per farle funzionare, e al modo in cui mi avanzano adesso che tu non puoi ascoltarle.

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Bodypositive
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Bodypositive

Cosa vorrei cambiare di me? Che domanda… Io mi piaccio. Davvero. Anzi, mi piaccio davvero tanto, dottore. Quasi sempre. Ci sono alcuni giorni in cui mi sveglio e mi guardo allo specchio e mi sento davvero bella. Una strafica, oserei dire…

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Il ragazzo lupo
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Il ragazzo lupo

È sdraiata sul letto, immobile, una camicia da notte bianca, morbida, che la veste con la cura con cui si coprono gli oggetti preziosi, e che segna appena il seno, e le piccole creste sporgenti del bacino, una sedia di legno vuota vicino alla porta. Quando apre gli occhi il ragazzo lupo è lì… Vittoria Elena Papa dà un nome all’origine del respiro.

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Intervista Impossibile - Pirandello
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Intervista Impossibile - Pirandello

Sofia Varnera è una tra le centomila anime perse nella corrente, ma a differenza degli altri, lei, non scorre. E non scorrono nemmeno i due uomini che la accompagnano. Tutti e tre resistono al flusso reggendosi a qualcosa: uno ha in spalla una telecamera di medie dimensioni, l’altro regge quello che sembra uno scomodo palo con un buffo spolverino in punta, Sofia, invece, un microfono spento. È una giornalista.

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